La Vita è preziosa e quando c’è un evento tragico come quello accaduto pochi giorni fa in Trentino è un momento triste per tutti. L’attribuzione delle colpe diventa l’unica strada per cercare un sollievo a tanta tristezza. Ma questo spesso annebbia la ragione.
Un orso aggredisce un uomo. Accade anche questo sul nostro meraviglioso Pianeta. Si chiama Natura, quella a cui da tempo la società occidentale sta cercando di mettere un freno…non rendendosi conto che ne facciamo parte e che quel freno è pura illusione. Non è l’orso che fa paura ma il concetto di Natura in sé. Qualcosa fuori da nostro controllo e che, come per qualsiasi essere vivente, può agire su di noi. E lo fa seconde le uniche regole esistenti, quelle che Lei stabilisce senza chiedere il permesso.
E’ una vita che lo sperimento su me stesso e sono più di dieci anni che insegno tutto questo. Che non esiste un “mondo ostile” come in tanti cercano di far apparire ciò che ci circonda, i più perché sono spaventati gli altri più maliziosi perché giocano sulle paure della gente comune per ragioni di marketing (accaparrarsi voti o iscritti alle proprie attività sono simili tra loro come concetti…)
Il rischio della morte è insito nella vita stessa, per questo bisogna assaporarla ogni istante di più facendo tesoro della bellezza che ci circonda. Eppure è sotto gli occhi di tutti…andiamo nella direzione opposta. E oggi non si grida “eliminate le sigarette e gli alcolici perché è certo che pesino pesantemente sulla prima causa di morte al mondo: le malattie cardiovascolari”, “eliminate gli zuccheri perché il diabete è un’altra delle principali cause di morte al mondo”, “mettete il limitatore di velocità automatico alle vetture perché in Italia solo lo scorso anno per incidenti quasi 1500 persone non sono tornate dalle loro famiglie”, “eliminate subito i pesticidi che portano noi e le generazioni future ad ammalarsi di cancro” ma si sente “ABBATTETE QUELL’ORSO E TUTTI I SUOI SIMILI”.
Muoversi nella Natura ha le sue regole, non le nostre…ho incontrato numerosi orsi nella mia vita, dai giganteschi Grizzly e orsi neri nelle foreste selvagge del nord del Canada agli orsi marsicani in Abruzzo e tutti loro si sono comportati da orsi. Hanno avvertito la mia presenza e io la loro. Ci siamo guardati con la logica (e un po’ preoccupata) circospezione di quando due predatori si incontrano e poi ognuno per la sua strada.
Negli stessi luoghi ho avuto contatti ben più stretti con altri animali come le zecche, di cui neanche si vuole sentir parlare: “Portano brutte malattie”. Eppure le quattro situazioni in cui so di aver certamente rischiato la vita sono state tutte al di fuori dei boschi, al di fuori di quel “mondo ostile”.
E poi abbiamo escogitato modi per vivere alcune situazioni naturali in maggiore sicurezza: mettere pantaloni lunghi per ridurre il rischio di contatto con le zecche oppure l’efficacissimo spray deterrente per orsi, che se usato correttamente è la soluzione efficace contro ogni aggressione. Praticamente chiunque si avventuri nei boschi in Canada e Stati Uniti ne è fornito. Non quindi “abbattimenti a tappeto” ma “una legge per le bombolette al peperoncino sugli scaffali”. Molto più facile ma meno eclatante, non trovate?
Comunque sia, benché “armati” fino ai denti, quando si sceglie di uscire dall’apparente comfort delle nostre città (comfort letale per molti) si troverà un ambiente accogliente e in grado di dare ai più sensazioni inimmaginabili. Purché ci si renda conto che la Natura non è uno sfondo, una scenografia in cui andare a correre, passeggiare, scalare o fare picnic. Non siamo nel metaverso. E’ il mondo reale, con le sue meravigliose dinamiche in cui non esiste una piramide con al vertice l’Uomo ma un meraviglioso ciclo in cui tutti hanno la stessa importanza, in nome dell’Evoluzione. Li fuori non esiste una specie dominante, non esistono religioni, simpatie, antipatie, ritorsioni o vendette. L’unica ostilità, nel caso, siamo noi a portarla. Lì c’è il mondo reale, dove regna incontrastato qualcosa che sembra non appartenere più alla nostra specie: la pura bellezza.
“Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.” ammoniva Ulisse nella Divina Commedia, ma chi sarebbe pronto oggi a seguirlo?
©Marco Priori
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